Stefania Matteuzzi è la sorella di Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa sotto la sua abitazione a Bologna il 22 agosto 2022. Ospite di Domenica In, ha deciso di raccontare il suo grande dolore…
Alessandra Matteuzzi è stata uccisa a martellate all’età di 56 anni, in carcere sarebbe finito l’ex compagno, il 27enne Giovanni Padovani. La sorella della donna, Stefania Matteuzzi, ha parlato del dramma davanti alle telecamere e non ha nascosto le sue paure dopo l’atroce omicidio consumato in via dell’Arcoveggio a Bologna. È stata lei a parlare per l’ultima volta con Alessandra Matteuzzi nel corso di una telefonata durante la brutale aggressione per cui è morta.
Chi è Stefania Matteuzzi?
Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra Matteuzzi, è stata inserita tra gli ospiti di Domenica In nel settembre 2022 per parlare del caso che ha sconvolto l’Italia ai microfoni di Mara Venier. Alessandra Matteuzzi è stata uccisa a 56 anni, secondo la ricostruzione colpita con ferocia con un martello dall’ex compagno 27enne, Giovanni Padovani, fermato poco dopo dalla polizia sulla scena del crimine.
Stefania Matteuzzi è stata l’ultima a sentire la voce della sorella perché, nei terribili istanti dell’azione omicidiaria, era al telefono con lei in una delle consuete chiamate che la 56enne le faceva prima di rincasare. Alle spalle di Alessandra Matteuzzi una relazione con Padovani, l’uomo poi accusato del delitto, che non le avrebbe dato tregua tempestandola di pressioni e facendola piombare nell’incubo dello stalking.
Stefania Matteuzzi racconta il dramma di Alessandra Matteuzzi
Stefania Matteuzzi ha confermato che sua sorella era vittima di stalking da parte dell’ex, spesso appostato sotto la sua casa fino al tragico epilogo. Ai microfoni dei giornalisti, la sorella della 56enne uccisa a Bologna ha spiegato cosa è succeso negli istanti in cui ha capito che stava succedendo qualcosa:
“Ero al telefono con lei, non era tranquilla nemmeno lei. Prima di arrivare ed entrare nel cortile aveva l’abitudine di stare al telefono. Lei ha parcheggiato, ci siamo parlate, è scesa dalla macchina e ha detto ‘Adesso salgo’. Poi ho cominciato a sentire delle grandi urla, ‘Aiuto, Giovanni, no!’, poi sentivo lui urlare. Solo grandi urla, fino a quando non si è interrotta la comunicazione. Ho chiamato il 112 perché ho pensato subito ‘Me l’ammazza’“.